Dicono di Lei
Daniela Anselmo, pittrice autodidatta, ha rifiutato di terminare gli studi all’Accademia di Belle Arti di Grenoble (Francia) per esprimersi con assoluta spontaneità , non condizionata da insegnamenti, cercando ispirazione nel proprio intimo.
L’istinto e l’ispirazione costituiscono la fonte a cui la Anselmo attinge per rappresentare il suo mondo fatto di erotismo e contrasti drammatici, vicino ad un certo espressionismo.
Nel suo caso si potrebbe affermare che l’anatomia diviene sinonimo di psiche in quanto la sensualità del nudo femminile le offre un pretesto per evocare stati d’animo dalle mille sfumature, come indicano i nomi di molte sue opere.
Per Daniela Anselmo il corpo ha una propria anima, connessa alla pelle, ai volumi, ai chiaroscuri; venendo così a costituire un campionario di creature femminili, feline e tenere, passionali e nello stesso tempo inclini all’introspezione, per cui l’esterno diviene uno specchio che riflette l’interno, la superficie e la profondità si fondono.
Come risaputo, la Body Art, nata nel ‘68, consisteva in interventi sul proprio corpo da parte di artisti: ad esempio Gina Pane si feriva con lame di rasoio in esibizioni cruente, Gilbert e George posavano come statue viventi, ecc., ecc.
In questo caso gli artisti avevano rifiutato il medium tradizionale della tela, dei pennelli. Invece Daniela Anselmo non rinuncia alla pittura, alla figurazione e si serve di forme accentuate con gusto espressionista, di colori psicologici, di composizioni essenziali e di atmosfere notturne per poter parlare col corpo delle donne che dipinge.
I suoi personaggi sono figli della luna e allo stesso tempo sono intrisi di umori sanguigni come figli della terra.
Valerio Grimaldi.